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19 Febbraio 2019
Tanto tanto tempo fa, in una terra lontana, in una valle incantata, tra il verde delle colline e l'azzurro dei ruscelli ... c'era un villaggio ed un castello.
In questo castello viveva un Re che veniva servito e riverito dal suo popolo. Ma il Re era annoiato ...
Un giorno il Re disse ad un suo servo "insegnami a cacciare, così mi renderò utile anch'io e non mi annoierò".
Il servo orgoglioso che il suo Re gli avesse chiesto aiuto allora incomincia a insegnare come cacciare. Gli mostra le diverse armi, le varie tecniche ed i trucchi ed il giorno seguente lo porta con se a cacciare.
In principio il Re, che non aveva mai fatto molte di quelle cose, è parecchio impacciato. Non aveva mai usato l'arco, se non che da fermo per colpire il centro di un bersaglio dipinto su un tronco. Adesso invece doveva cavalcare il suo cavallo bianco, allo stesso tempo, mentre era in movimento scoccare la freccia per cercare di colpire la selvaggina.
All'inizio era caduto qualche volta da cavallo, per fortuna cadendo in acqua o sulla terra morbida.
In seguito era riuscito a scoccare la freccia, ma una dietro l'altra mancavano il bersaglio, infatti si conficcavano nel terreno, negli alberi o finivano nel ruscello.
Il Re comunque era determinato, dopo diversi giorni incominciò a migliorare, grazie anche ai preziosi consigli del servo, imparò molto bene. Riflettendo si convinse che la caccia non era poi così difficile ed era pure divertente. Allora incominciò ad andare a caccia da solo ottenendo buoni risultati.
A questo punto, siccome il Re tornava quasi ogni giorno al castello con della selvaggina, al suo servo cacciatore venne assegnato il compito di curarsi delle coltivazioni del castello.
Al castello vi era un altro servo, che da anni curava le coltivazioni del Re con amore e ottimi risultati. Ma siccome quella mansione era stata assegnata al servo cacciatore, al servo contadino venne comunicato di lasciare il castello e andare a vivere fuori dalle mura a fondo valle.
Laggù la terra non mancava, ma era spesso soggetta ad allagamenti quando i ruscelli si ingrossavano.
Purtroppo il servo contadino a valle poco riusciva a coltivare, nonostante la sua bravura e il suo impegno, il terreno non era adatto per la maggior parte delle piante.
Quindi ad un certo punto dovette ripiegare su qualcosa di diverso, anche lui iniziò a cacciare.
Il tempo che poteva dedicare ad imparare a cacciare era poco, spendeva tanto tempo a cercare di ricavare frutti dalla terra. Inoltre non aveva tante armi, quelle che possedeva erano vecchie e difettose. Per di più nessuno era con lui a spiegargli come cacciare, nessuno gli svelava i trucchi.
Dopo diverso tempo, comunque grazie al grande impegno e alla sua enorme volontà, diventa molto bravo nel cacciare.
Era un posto stupendo, colline verdeggianti una dietro l'altra, una affianco all'altra. Il nostro servo contadino, spesso partiva al mattino presto per andare a cacciare distante, lasciando la moglie accudire alcune nuove coltivazioni.
Un giorno il servo mentre stava cacciando della selvaggina viene notato dal Re.
Il Re sul suo cavallo bianco si avvicina e gli dice "bravo, ti ho visto cacciare e sei molto capace".
Il servo, anche lui a cavallo, accenna un inchino e risponde "grazie sua maestà, dopo tanto tempo ora riesco a cacciare bene".
Il Re continua "sai io ormai sto invecchiando e non riesco più a cacciare, ti vorrei di nuovo al castello come mio servo. Sai l'altro servo che prima cacciava e poi lo misi a coltivare, è morto. Adesso son rimaste poche persone per fare i lavori e persone capaci in giro ce ne son poche".
Il servo sebbene onorato dell'offerta del Re replica "Re la ringrazio per l'offerta, ma da quando mi avete fatto lasciare il castello mi sono costruito una bella casa, ho moglie e due filgi, ho un gran bell'orto che da anni ho allargato. Rende sempre meglio e da poco tempo ho iniziato a coltivare nella terra paludosa una nuova pianta, si chiama riso. Mia moglie ogni giorno inventa come cucinare i suoi frutti, son piccoli chicchi, pensate ieri li ha cotti con il latte ... buonissimi.
Vede io sto bene adesso, all'inizio è stata dura, ma abbiamo faticato molto per costruire e realizzare tutto questo. Mi spiace ma non ho motivo di ritornare al castello, lasciare andare in rovina tutto questo sarebbe una pazzia.
La ringrazio ma declino l'offerta."
Gli anni passavano, il servo coltivatore, ormai diventato abile anche nella caccia e nella costruzione, aveva ampliato la sua casa ed il suo orto. I suoi figli erano cresciuti e gli aveva insegnato tutto quello che sapeva.
Per il servo era ormai tempo di mettere da parte la caccia, era diventata troppo faticosa, ma i suoi figli lo sostituivano egregiamente.
Lui stava a casa con la moglie a badare ai raccolti ed a preparare da mangiare.
Ogni giorno però, montava a cavallo e saliva fino al castello, con se portava sempre una sacca piena di cibo. Quel cibo era un regalo per il Re ormai vecchio, quasi non riusciva a far nulla, lo aiutava una vedova che era l'ultima rimasta al castello. Il castello ormai era cadente e polveroso. I giardini pieni di erbacce mentre un paio di alberi erano caduti appoggiandosi al muro di cinta ormai pericolante in più parti. Nella stalla c'era rimasta una mucca per il latte.
Ogni anno si teneva una festa al castello, era chiamata la Festa del Re e del servo, sempre meno persone erano presenti.
L'importante era salutare i vecchi amici, anche solo una volta all'anno, incontrarsi, abbracciarsi e fare festa fino a sera tarda.
Ricordandosi che domattina l'orto ci aspetta.